Una vita di letture

Il mio rapporto con la lettura è una lunga storia. Non appena imparai a leggere ero già felice di poter finalmente capire le insegne dei negozi. Poi mi misero in mano il mio primo romanzo: "L'isola del tesoro" di Robert Louis Stevenson.
Poi iniziai a divorare i romanzi di Salgari; forse proprio da quelli nacque la mia passione per i viaggi e l'esplorazione.
Dopo Salgari intrapresi un lungo viaggio letterario negli autori russi. Lessi "Taras Bulba", lessi "I vagabondi", lessi "Guerra e pace" (quest'ultimo ci misi 2 anni), lessi "Delitto e castigo", che mi fece una strana impressione del tipo: «La montagna ha partorito un topolino», oppure... «Tanto rumore per niente» in quanto allora la semplicità del finale mi parve non all'altezza della complessità e della profondità della vicenda.

Poi finalmente lessi "Il dottor Zivago" di Boris Pasternak, il romanzo perfetto. Coinvolgimento totale, storia ricchissima e meravigliosa, magistralmente inquadrata nel grande respiro drammatico della rivoluzione russa. L'ho letto 3 volte. E ho visto anche svariate volte l'omonimo film famoso tratto dal libro. "Il dottor Zivago" è nella mia lista "Top 5" di narrativa. L'autore, Pasternak, intellettuale russo inviso al regime sovietico, è il tipico genio che è riuscito a riversare tutta la sua migliore creatività in una sola opera immensa.

E lessi tutti e due i ponderosi volumi di "Arcipelago Gulag", la monumentale opera di Alexander Solgenitzin sui campi di sterminio staliniani. Arcipelago Gulag è il terzo libro più sconvolgente che io abbia mai letto, uno dei pochi testi che mi ha cambiato la vita.

Ci sono dei libri che ti "intrattengono", più o meno piacevolmente. Esempio: "Io uccido", di Giorgio Faletti.
E ci sono altri libri che ti spalancano una porta, ti rivelano un mondo a te del tutto sconosciuto, libri che fanno fare alla tua cultura un grande balzo in avanti, che ti fanno crescere di molti gradini, che ti arricchiscono di un patrimonio che nessuno ti può più rubare: ecco che ti hanno cambiato la vita. In meglio. Pirandello è uno dei 3 "mostri sacri" della letteratura italiana, un autore che io stimo tantissimo; di lui ho letto la metà delle novelle e il romanzo "Uno nessuno e centomila", che è molto di più di un romanzo, io lo considero un testo filosofico, è stato una delle mie ultime scoperte, l'hanno scorso.
Ma ho letto altri autori italiani importanti che non mi hanno cambiato la vita: ho letto Italo Calvino, Grazia Deledda, Umberto Eco, Primo Levi, Guido Morselli e Cesare Pavese.
Ho letto per conto mio (non obbligato dalla scuola) tutti I promessi sposi. E ho letto D'Annunzio: "L'innocente", un'opera pesantissima e prolissa che non auguro a nessuno, e "Forse che si, forse che no", una bella storia di aviazione e di passione per la vita.

Lessi Kafka, intrigante e bellissimo. Lessi svariati libri di autori inglesi importanti: lessi Graham Green, lessi "Il libro della Jungla", lessi "Robinson Crusoe", lessi "il mondo nuovo" di Aldus Huxley e "L'isola del dott. Moreau" di Herbert George Wells, da cui fu tratto anche un film di paura. Ultimamente ho letto Walpole e Evans, con "L'uomo che sussurrava ai cavalli".
Andando in Germania, fui sconvolto da Heinrich Böll, e come molti giovani della mia età (nel 1980) fui affascinato dai romanzi di Hermann Hesse, ne lessi svariati, tutti molto famosi.
Ed inevitabilmente arriviamo alla Francia; anche qui una listina di autori che non mi hanno cambiato la vita: ho letto qualcosa di Honorè De Balzac, di Saintexupery, di Malraux, e il famoso "Trattato sulla tolleranza" di Voltaire, un libretto delizioso ma molto ingenuo. Ho provato a leggere "La nausea" di Sartre, ma ... mi è venuta la nausea e ho dovuto interrompere.

E finalmente arriviamo al vertice, al top, alla "creme de la creme", al meglio del meglio! Si dice che non siamo noi a scegliere un libro, ma che sia il libro a scegliere noi: sarà stato questo, sarà stato merito della splendida villa palladiana sul lago Lemano dove mi trovavo quell'estate del 1984, sarà che Marcel Proust è considerato il più talentuoso scrittore di tutti i tempi, ebbene "La strada di Swann", questa si che è una lettura che mi ha cambiato la vita, e dopo tutti questi anni è ancora nella mia "top 5" di narrativa.
Dentro di ciascuno di noi ci sono percezioni e sentimenti talmente profondi e sfuggenti che nemmeno i nostri stessi pensieri sono in grado di definirli. Marcel Proust è il genio che riesce a farceli rivivere. Per questo è il più grande scrittore che io conosco, ed il terzo più grande scavatore dell'animo umano.

Le mie grandi scoperte letterarie non finiscono con Proust, ma anzi Proust è solo l'inizio. Ma prima non posso non citare gli autori USA da me "assaggiati", ma solo una lista veloce poichè anch'essi, pur essendo nomi molto importanti, non mi hanno cambiato la vita: Richard Bach, Charles Bukoswski, Jack Keruak (che invece ha cambiato la vita di tanti giovani degli anni '60), Edgar Allan Poe, John Steinbeck, Mark Twain e James M. Caine (quello de "Il postino suona sempre 2 volte"). Più recentemente sono stato molto colpito dal Codice da Vinci di Dan Brown, grande bestseller.

"Verdi colline d'Africa" di Ernest Hemingway, ecco un libro che mi ha cambiato la vita: per molti anni infatti quel libro ha perfettamente descritto la mia grande passione per l'Africa e per le sue meravigliose savane! Proprio come Ernest Hemingway ho avuto la fortuna di poter bere un bel boccale di "thick foamed, yellow coloured, bubbled fresh beer" nel lodge con vista sul Lake Manyara, e per molti anni quello è stato per me il vertice del piacere di vivere, forse ancor più dell'ascensione sul Kilimanjaro.
Solo molti anni dopo ho appreso che Ernest Hamingway era una bruttissima persona, e pertanto l'ho bannata dalla lista dei miei autori preferiti: egli infatti, durante la guerra, ha assassinato alcuni prigionieri disarmati.

"Cent'anni di solitudine" di Gabriel Garcia Marquez è stato ed è tutt'ora nella mia "top 5"! L'ho letto 3 volte, una in lingua originale, un romanzo indescrivibile ma estremamente affascinante, leggetelo, lo consiglio a tutti. Questo grande autore colombiano si è meritato il Premio Nobel per la letteratura per il successo avuto da questo romanzo.

E poi è arrivato Tom Clancy, grande, grandissimo scrittore di Baltimora, morto recentemente. Ho letto, anzi divorato, tutti i suoi principali romanzi: Uragano Rosso, Senza Rimorso, Debito D'Onore, Potere Esecutivo. Lui è l'unico scrittore da me conosciuto capace di descrivere magistralmente la psicologia ed i sentimenti di tutti e due gli avversari, di entrambe le parti in gioco, cosicchè i conflitti descritti non si riducono ad uno squallido confronto tra buoni e cattivi, ma diventano una dialettica tra persone vere. I romanzi di Tom Clancy mi hanno cambiato la vita, in meglio! Tramite lui ho imparato molto sulla guerra fredda e sull'azione militare, ma soprattutto ho imparato ad aver rispetto per gli uomini e le donne in divisa, e disprezzo per i politicanti che li mandano a morire. Ho anche visto almeno un paio di volte il film tratto dal suo romanzo più famoso: "La grande fuga dell'Ottobre Rosso".

Affermare che Curzio Malaparte sia un gigante della letteratura mondiale è riduttivo per una personalità come la sua. Lui era un Grande Maestro dell'Amore, capace di estrarre vertici di passione, cultura e poesia persino dalle apparentemente disprezzabili piccole cose della vita quotidiana. Il suo capolavoro "La Pelle" è la terza miglior opera di narrativa che io abbia mai letto, sicuramente la più sconvolgente. La seconda è "Donna come me", sicuramente la migliore tra quelle italiane. L'asettica perfezione descrittiva del Manzoni, o le cervellotiche e criptiche allegorie dantesche poca cosa sono al suo confronto.
Hai mai sentito dentro di te nascere, svilupparsi e o morire qualcosa che non sai come definire, che non riesci a definire, che non sai come esprimere? I grandi poeti sono i geni che danno forma e riescono a rivelare tutto ciè che c'è o ci potrebbe essere dentro di te e attorno a te. Riescono a dare espressione al più intimo feedback tra mondo esterno e mondo interno. Anche senza rime o strofe, questa è la grande poesia, questa è la grande bellezza.

Curzio Malaparte, eroe della Prima Guerra Mondiale, miracolosamente sopravvissuto all'inferno in terra, oltre che grande poeta, è stato anche un grande narratore in prosa, ma la sua prosa è sempre impregnata di sublime poesia.
La recente scoperta della vita e dell'opera di Malaparte ha cambiato la mia vita: lui è il Proust italiano!
I suoi libri sono tutti diversissimi tra loro, agli antipodi della ripetizione, anche perchè egli ha avuto una vita talmente ricca che l'ispirazione non gli è mancata mai, sostenuta da una memoria straordinaria e da una cultura profondissima e molto internazionale. Raccomando la lettura di tutte le sue opere, anche in ordine sparso, tranne forse "Kaputt", romanzo molto prolisso e pesante.
Per me lo studio della vita e dell'opera di Curzio Malaparte rappresenta la grande avventura intellettuale di questi ultimi anni, e con questo avrei finito, per ora; non mi resta che augurarvi buona lettura, nella speranza di poter condividere con qualcuno di voi l'amore per questo grande genio europeo.
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